Scambio di Coppia
In carrozza....
di leiedio1984
20.07.2020 |
3.464 |
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"Feci alzare Anastasia e l'accompagnai verso il finestrino, poi sotto lo sguardo infuocato di Patrizia e Duilio la spogliai completamente e dopo averla fatta..."
A fine autunno dello scorso anno, avevamo avuto il piacere di conoscere Patrizia e Duilio, una coppia con cui io ed Anastasia avevamo trovato grande feeling fin da subito.Con loro condividiamo alcune passioni ed in questi mesi avevamo desiderato immaginare di poter ricreare una nuova occasione d'incontro, magari da vivere durante un viaggio.
Dovevamo coniugare lo spirito d'avventura ed improvvisazione che contraddistingue Patrizia e Duilio con la forte propensione all'organizzazione ed alla panificazione che contraddistingue me ed Anastasia e fu davanti ad una pizza che trovammo il punto d'incontro, un bel viaggio in treno da Venezia a Parigi in cabina privata da quattro posti sul famoso Eurotrain, noto non tanto per la sua velocità quanto per il lusso e la comodità degli ambienti.
Arrivammo in stazione ciascuno con la propria auto dandoci appuntamento sulla banchina del binario 3 da cui il treno sarebbe partito. Puntuali alle 18:00 in perfetta sincronia ci ritrovammo ai piedi della carrozza 7 che di lì a poco ci avrebbe accolti.
Duilio appena ci vide esclamò: " Ludovico, sembra che le nostre donne si siano accordate sugli abiti da indossare, né sai qualcosa?"
No, risposi subito, se questa riccanzia di pizzo e merletti sia premeditata non lo posso sapere, ma certamente non me ne dispiaccio.
Anastasia indossava infatti un abito nero che le arrivava al ginocchio, scollato ambo i lati, ma decorato su tutto il perimetro dalla schiena al décolleté con una fascia di pizzo molto elaborato e trasparente, mentre le sue spalle erano ricoperte da una velina che pur in tutta la sua eleganza già istigava al desiderio di sfilarla.
Patrizia si era presentata in abito nero anch'essa, ma un po' sopra il ginocchio, ricco di spacchi ed affollato di payette dalla vita in su.
Bastava questo, unito alle scarpe col tacco ed ai collant autoreggenti che entrambe indossavano per far capire che l'aria era già vivace.......ed il viaggio ancora non era cominciato!
Salimmo a bordo, e Duilio che di noi quattro è il più scaltro, lasciò ad Anastasia appena il tempo per sedersi, per prendere subito posto di fronte a lei, lasciando a me e Patrizia la sola possibilità di fare altrettanto.
Ciascuno di noi uomini aveva quindi di fronte la partner dell'altro e a lato la propria.
Il treno partiva e quasi non ce ne accorgemmo, perché al tanto casino da noi provocato si contrapponeva una incredibile insonorizzazione della cabina, della quale avevamo ben pensato di chiudere la porta.
Alle 19:00 i camerieri suonarono alla porta ed aprimmo, così che potessero servirci la cena.
Deliziosa devo dire, anzi superba potrebbe essere il termine più giusto, squisite tutte le pietanze e col susseguirsi di portate culinarie che alternavamo a calici di vino e chiacchiere, la serata scorreva veloce.
Certamente un piccolo aiutino l'avrà dato l'alcol, ma il clima non era caldo solo per questo.
I camerieri avevano già spreparato e noi avevamo richiuso la porta a chiave appendendo all'esterno il cartoncino che in tutte le lingue raccomandava di non disturbare.
Duilio fece scendere tutte le tende che davano verso il corridoio e dal finestrino entrava la penombra delle luci notturne che il panorama con schegge veloci a lampi intermittenti ci proiettava.
Appena tutti ci fummo nuovamente seduti, il tono della voce e l'espressione dei volti mutò, passando da quello scherzoso e goliardico tenuto fino a quel momento, a ben altro genere... divenendo curioso, scrutatorio e sinergicamente erotico.
Io allungavo una mano fra le gambe di Anastasia e mentre Patrizia di fronte a me ci osservava mordendosi le labbra, Duilio imitava le mie gesta accarezzando le gambe di Patrizia, finché uno sguardo d'intesa fra noi maschi funzionò al pari di un colpo di pistola allo start dei centometristi e cominciammo a giocare aggiungendo un po' di pepe a quel clima già pronto a diventare rovente.
Io fissavo le mani di Duilio mentre si intrufolavano fra le gambe di Patrizia ed osservavo lei che aprendo completamente le gambe sembrava invitarci alla festa.
Bastarono pochi secondi per accorgerci che Patrizia non indossava le mutande e questo accese gli animi mio e di Anastasia che cominciò ad accarezzare il mio pene da sopra i pantaloni.
Si scorgevano le labbra bagnate della vagina di Patrizia, e contemporaneamente la mia mano sentiva quelle eccitate di Anastasia mentre lei era impegnata a sfilarmi i pantaloni e le mutande fino al ginocchio, scoprendo il mio pene eccitato.
Quando Patrizia lo vide, si distese sul sedile le sue gambe si allungarono verso di me, così Patrizia comincio a massaggiare il mio pene con i piedi, mentre Duilio mettendosi in piedi di fronte a Patrizia le offrì il suo membro, che in pochi istanti vedemmo sparire nella bocca di Patrizia.
Altrettanto fece Anastasia, che introdusse nella sua bocca l'estremità lasciata libera dai piedi di Patrizia, restando ferma a godersi il moto del movimento che si generava.
Sentivo che se le avessi lasciate continuare sarebbero bastati ancora pochi istanti per eiaculare e non era ciò che avrei voluto in quel momento, c'erano ancora molti giochi da sperimentare prima del massimo godimento.
Il treno non avrebbe fatto molte fermate, l'ultima prima che l'eros prendesse il sopravvento era stata Milano e ci sarebbero volute almeno altre due ore prima di fare tappa a Marsiglia. Il tempo era dalla nostra parte!
Fra i confort che la cabina ci offriva, cera una sorta di scaletta alla base dell'ampio finestrino e quando la vidi pensai subito al miglior uso che se ne poteva fare.
Feci alzare Anastasia e l'accompagnai verso il finestrino, poi sotto lo sguardo infuocato di Patrizia e Duilio la spogliai completamente e dopo averla fatta salire su quella scaletta, la aiutai a posizionare le sue gambe e le sue braccia aperte, così che i palmi delle sue mani appoggiassero al vetro. La vista della sua schiena e del suo corpo da dietro era qualcosa di meraviglioso, mi sembrava in quel momento d'aver dato un volto al corpo femminile che nell'immagine dell'uomo Vitruviano si scorge appena dietro di lui.
Si intravedeva la sua vagina bagnata ed il suo ano eccitato, così mi posi dietro di lei e cominciai a penetrarla, mentre impazzivo all'idea che dall'altra parte del vetro, al di là di quel buio ormai notturno, una platea mobile e scorrevole di guardoni potesse vederci sfrecciare così statuari.
Duilio si sedette ai piedi della scaletta con la faccia rivolta all'interno e mentre il mio pene ancora le scorreva dentro, cominciò a leccare il clitoride di Anastasia, il cui livello di godimento si elevava sempre più rendendo ormai impossibile la sua capacità di frenarsi, così in un susseguirsi di gemiti si mise a squirtare.
La visione del culetto di Anastasia fra le mie mani era troppo bella, guardai quindi Patrizia facendole un cenno e lei capì al volo. Cominciò infatti a frugare nella sua borsa, dalla quale, come fa il prestigiatore con il suo cilindro, estrasse un tubetto di gel lubrificante. Me ne mise un po' sulle mani e così cominciai a spalmarlo attorno e dentro l'ano di Anastasia, così che di lì a poco il mio pene trovò un nuovo nido dove rifugiarsi.
La vagina era ora totalmente preda della bocca di Duilio che era rimasto seduto per assaporare tutto il succo del piacere che la sua lingua provocava ad Anastasia.
Poco dopo, e non le si poteva dare torto, Patrizia reclamava il bisogno di attenzioni plurali, per cui Anastasia le cedette il trono ed io presi il posto di Duilio, così che cominciasse lui a penetrare la sua donna, totalmente, fino in fondo, con una forza che agli ipotetici spettatori da immaginare oltre il vetro, il corpo di Patrizia sarebbe apparso così aderente da poterlo toccare, accarezzare ed afferrare.
Consapevole di ricambiare il favore, stavolta fu Anastasia a versare sulle dita di Duilio qualche goccia di gel, ed in qualche istante lo vedemmo sparire nell'ano di Patrizia, dove qualche attimo dopo il pene di Duilio scorreva avanti e indietro mostrando sempre più le sue vene che sembravano esplodere, lasciandomi così tanto spazio attorno al clitoride ed alle sue labbra che con la lingua mi riuscivano le grandi manovre.
L'idea di una maggiore promiscuità e coinvolgimento simultaneo era nell'aria, non c'era nemmeno il bisogno di dirlo a voce alta, bastava la telepatia, figlia dell'intesa sin lì maturata per portarci ad un nuovo livello di erotismo.
Decisi di coricarmi con le gambe distese da un sedile all'altro, invitando Anastasia ad infilarsi il mio pene nella vagina, cosa che lei fece subito, tenendo il volto e lo sguardo rivolto verso di me.
Accolsi il suo capo fra le mie mani e lo accompagnai verso di me, così che il suo corpo si adagiasse al mio. Duilio scavalcò le mie gambe e portandosi dietro ad Anastasia sentii entrare il suo pene nell'ano di lei, solo un lembo di cute divideva i due canali e cominciò una fantastica doppia penetrazione, mentre Patrizia in ginocchio prendeva posto sedendosi sopra la mia faccia, sollevata quanto basta perché potessi continuare a leccarle il clitoride.
Siamo sempre stati fedeli all'equilibrio, quindi capimmo che di tanto piacere non doveva essere privato nessuno, così invertendoci ogni posto per replicare tutte le posizioni a ruoli invertiti, stavolta era Patrizia a ritrovarsi il pene di suo marito davanti ed il mio dietro, con Anastasia che muoveva il bacino disegnando dei cerchi così che il suo clitoride roteava attorno alla lingua di Duilio.
L'eccitazione era tale che noi maschi non avremmo durato ancora a lungo prima di versare il nostro sperma.
Le donne una al fianco dell'altra si misero in ginocchio fra un sedile e l'altro, mentre noi maschi in piedi sul podio con la schiena rivolta al finestrino eravamo ciascuno di fronte alla donna dell'altro.
I nostri membri uscivano ed entravano nella loro bocca ed ogni tanto ciascuno di noi veniva leccato da loro due, che insieme facevano scorrere le lingue ai lati del pene, poi ciascuna afferrò un pene e cominciarono a masturbarci con la chiara intenzione di vederci zampillare, fino a quando sentendo salire i primi getti, Anastasia e Patrizia ebbero la brillante idea di spruzzare lo sperma nella faccia dell'altra, quasi avessero fra le mani l'idrante per spegnere il fuoco nel viso dell'altra.
Sembrava non volessero più lasciar andare il nostro pene, loro stavano davanti a noi con il viso imbrattato ovunque come il bersaglio dopo i tiri del cecchino, ma non contente ciascuna riprese fra le labbra il pene del proprio partner per estrarne anche l'ultima goccia, l'essenza finale.
Per quanto tutti avessimo goduto, c'era spazio per altri giochi prima di concludere la serata, così io e Duilio facemmo sedere una a fianco all'altra Anastasia e Patrizia. Loro stavano davanti a noi, le gambe divaricate, i palmi delle mani esterne appoggiati ai sedili e quelle interne nel ginocchio dell'altra.
Ognuno di noi cominciò a masturbare la donna dell'altro, dapprima dolcemente, con un dito, poi in modo più energico con due dita, i movimenti si facevano forti e decisi, l'eco sordo delle mani che arrivavano a finecorsa sul clitoride sincronizzato ai loro gemiti era quanto di più eccitante si potesse offrire al nostro udito ed il gioco continuò fino a quando in assoluta sincronia nel pieno del loro squitare si udiva dal corridoio il controllore arrivare gridando "signori, 10 minuti a MARSIIIIIGLIA" e le nostre donne inserirsi fra MAR e GLIA con i loro SIIIII.
Solo la notte profonda riportò la quiete in quella cabina, mentre la carrozza continuava la sua corsa ed i nostri corpi stremati ed appagati, paralleli ed affiancati vedevano le palpebre abbassarsi su quei volti sereni e sorridenti, per continuare nei sogni ciò che fino a qualche minuto prima era fantastica realtà.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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